WEM EDITORIAL #5 DANIELE SIGALOT
BIPOLAR COLORS (2018 – ongoing)
Daniele Sigalot (1976; Roma) è un artista concettuale italiano, il cui linguaggio è connotato da un tono scherzoso, spesso cinico e paradossale. L’artista gioca ironicamente con la natura ambigua delle percezioni attraverso l’uso del colore, la dimensione, la forma, relazionandosi con medium differenti tra cui il testo, l’alluminio, la neon art, fotografia e l’installazione. La natura giocosa delle sue opere trova una delle sue migliori espressioni nella serie intitolata Bipolar Colors (2018 – ongoing) dove le luci al neon esprimono chiaramente i dilemmi tra i segni semiotici e la significazione dei colori. Giocando con significanti e significati, alterna la percezione e la rappresentazione del colore mettendo in discussione i significati comunemente accettati.
“La serie Bipolar Colors mi permette di combinare sia la mia passione per gli opposti che la mia indecisione. Si adatta perfettamente al mio desiderio di scherzare, di disorientare lo spettatore, di creare un’illusione”. Daniele Sigalot
Profondamente ironico, Sigalot gioca con la materia, esplorando la natura ambigua delle nostre percezioni. Dalla sua prima mostra nel 2006, ha partecipato a oltre 40 mostre in tutto il mondo. Tra le mostre principali quelle realizzate presso La Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; MoAD – Museum of Art and Design, Miami; Bernheimer Contemporary, Berlino; Mayoral Galeria, Barcellona; Gallerie degli Uffizi, Firenze; Museo La Triennale, Milano; Reggia di Caserta, Caserta; Palazzo Reale, Napoli; Museo Archeologico, Potenza; MAR – Museo D’Arte, Ravenna; Palazzo Ducale, Genova.
L’inganno, la sospensione, l’illusione sono temi da cui Sigalot è attratto. Ingannare o illudere deriva dal latino illudĕre che è composto dalla parola ludĕre che significa giocare o divertirsi. Secondo Sigalot, saper giocare o essere ironici è molto originale e serio, quindi per niente scontato.
Ciò che colpisce del lavoro di Sigalot è che da un lato è molto semplice, dall’altro è forte e tagliente. Cosa significa il colore? Che cos’è l’arte? Tutta l’esplorazione dell’artista ruota intorno all’ironia come trucco per stabilire una connessione con lo spettatore. È vero che il rosso è blu, il blu è rosso, il verde è rosa? La realtà può essere qualsiasi cosa si voglia? Questa serie sembra suggerire di sì, tuttavia il dubbio rimane.
Il valore sensazionale del suo lavoro sta nel suo essere dissonante, quasi paradossale. Dopo tutto, i migliori paradossi non sono quelli che rivelano la verità mettendola in discussione?
Sigalot si appropria del concetto di rappresentazione nel suo senso letterale per ampliarne la concettualizzazione. Ciò che abbiamo qui è la rappresentazione di una “chiamata e risposta” tra i colori, la possibilità di un colore di rappresentare sé stesso attraverso un altro colore, la rara occasione in cui un colore abita un altro colore, o l’illusione in cui la realtà si traveste nella percezione.
Il lavoro di Sigalot cerca di fornire almeno un’ipotesi, mai una risposta, perché la sua pratica cerca sempre di agire in diverse direzioni. Il suo lavoro è fresco e ha la capacità di prendere un concetto e capovolgerlo, di creare payoff immediati. Ha coltivato questa capacità nel suo precedente lavoro, quando lavorava nella pubblicità per Saatchi & Saatchi e ancora oggi guarda il mondo da un punto di vista diverso.
La pratica artistica di Sigalot è costruita sul rimodellamento e sul riciclo delle idee. Ama generare discontinuità, tuttavia anche se sembra che stia cercando di innescare intenzionalmente lo spettatore, in realtà crea queste associazioni di colori casualmente. Infatti, l’associazione di “azzurro” con “arancione” non si basa su nessuna teoria del colore o tavolozza daltonica.
Una volta Sigalot ha confessato di essere un indeciso cronico. La serie Bipolar Colors insieme all’altra sua serie di grandi post-it Words (2013 – ongoing), o l’installazione Untitled (2014 – ongoing), un tappeto fatto di capsule rosse vuote, manifestano veramente il suo fascino per i contrasti e il paradosso e il suo interesse nel creare nuovi significati attraverso il misplacing, il misunderstanding e la confusione.
In definitiva, Sigalot cerca di stupire e ingannare la mente: queste sono le uniche regole di questo gioco che prospera sui malintesi, sia semantici che semiotici. Per capire veramente le sue sculture e installazioni, basta recuperare la propria dimensione ludica e non prendere troppo sul serio una realtà che acclama e rende arte qualsiasi cosa, purché incomprensibile. Le sue opere sono spesso esperienze agrodolci: messaggi irriverenti che fanno sorridere ma non fanno mai ridere.