WEM EDITORIAL #2 TTOZOI
Genius Loci
Genius Loci è il progetto artistico del duo TTOZOI, composto dagli artisti Stefano Forgione (1969; Avellino) e Giuseppe Rossi (1972; Avellino).
Il duo crea ruvidi paesaggi interiori, sospesi tra tempo e materia, dove tracce e segni sulla tela sono il risultato di un processo sui generis che trova il suo carattere pittorico e il suo elemento costitutivo nella naturale proliferazione delle muffe. Genius Loci nasce dall’esigenza di creare opere che possano esprimere il mistero della vita: un microcosmo, dotato di una propria memoria ed esistenza. Un linguaggio completamente rivoluzionario dove la natura diventa imprevedibile forza generatrice: un nuovo e puro codice linguistico, metafora della stratificazione della memoria del luogo e della sua essenza.
“Abbiamo immaginato la muffa come una fioritura che potesse effettivamente prendere e conquistare lo spazio e disegnare una propria architettura, con un proprio linguaggio”. TTOZOI
Gli artisti creano le opere in situ e dopo l’intervento sulle tele, le collocano in vetrine dedicate per un periodo di 40 giorni. Il tempo e la natura fanno il resto. La naturale proliferazione delle muffe sulla tela, con manifestazioni sempre nuove e diverse, è determinata dalle variabili atmosferiche del luogo. La natura interagisce attivamente con il lavoro avviato dagli artisti, conquistando lo spazio e nutrendosi della parte organica, secondo uno schema sconosciuto e sempre diverso.
Ttozoi è artefice del cosiddetto “vuoto d’intervento”, una vera e propria attesa, che segue l’azione simultanea di quattro mani sulla tela, durante la quale, la natura fiorisce sotto forma di muffe. Come osserva il curatore del progetto, Gianluca Marziani, “Un’applicazione biologica che porta la pittura al limite della sua mutazione endogena”.
“La fase di realizzazione delle opere inizia con l’innaffiamento della tela, dopo di che usiamo la farina per iniziare il processo artistico. L’atto performativo è un incipit che servirà per un ulteriore intervento naturale di nascita, trasformazione, mutazione e possesso dello spazio, finché non decidiamo di interromperlo. Ciò che rimane sulla tela non è più lo stampo, ma la memoria dello stampo stesso, la memoria di quel luogo, la memoria di una vita che ha vissuto su quella tela in quel contesto specifico e che ha conquistato e creato lo spazio. In un certo senso è come se la Natura facesse un autoritratto di se stessa”. TTOZOI
La grammatica di Ttozoi fa della traccia organica un segno definitivo, capace di racchiudere in sé la memoria e l’esistenza stessa del microcosmo di cui fa parte e da cui si genera.
Il progetto Genius Loci è stato realizzato in tre siti UNESCO stabilendo una relazione con simboli universali della cultura architettonica e archeologica italiana: La Reggia di Caserta (2018); l’Anfiteatro del sito archeologico di Pompei (2018); l’Anfiteatro Campano di Capua, Caserta (2021). Inoltre, è stato realizzato presso il Golden Gate di San Francisco (2019) e il prossimo capitolo avrà luogo al Colosseo di Roma (2022)
Gli artisti innescano un profondo dialogo tra l’antico e il contemporaneo. L’idea non è quella di tenere traccia del passato, ma del presente in relazione al passato stesso, attraverso la volontà di catturare l’anima di luoghi di alto valore culturale e storico e di generare universi capaci di rappresentare pittoricamente l’humus che vi abita. Al centro delle loro opere artistiche c’è la consapevolezza che:
“L’arte è sempre stata contemporanea e che l’artista non può operare a prescindere dal passato”. TTOZOI
In realtà, l’interazione con i luoghi non si limita a qualcosa di puramente formale ma agisce su un processo più ampio che comprende visibile e invisibile, memoria e presente, storia e cultura, individuo e comunità.
Ciò che vediamo ci porta oltre la pura forma, conducendo lo spettatore nella stratificazione della memoria attraverso intimi paesaggi interiori, unici come i luoghi che li hanno generati. Un processo aperto dove il luogo dà origine alla pittura stessa e alla sua parte costitutiva. Un processo tra casualità e controllo che esprime pienamente il legame tra la sfera umana e quella della natura, rendendo la proliferazione della materia organica un fenomeno partecipativo ed essenziale.
La memoria della vita rimane impressa sulla tela e diventa una finestra sull’archeologia del tempo. Una perfetta sinergia tra l’impotenza architettonica del luogo e l’anima che idealmente abita le sue fondamenta… oltre il visibile.