WEM EDITORIAL #15 TTOZOI
Estetica preformale, ovvero TTOZOI al Colosseo
Testo a cura di Gianluca Marziani
Il progetto GENIUS LOCI invade il campo della determinazione biologica nel corso della vita terrestre. I quadri parlano di processi naturali che trasformano le muffe in grammatica pittorica dentro la gestione linguistica della tela. Un modo radicale di affrontare una pittura che anticipa e segue l’Antropocene; un dipingere che si assimila, per paradosso, alle energie cromatiche delle stelle, dei buchi neri, del suolo su pianeti lontani, dei detriti cosmici che determinano le superfici naturali del nostro Pianeta.
In questa risoluzione metafisica il frangente archeologico connette l’arte al suo valore assoluto, ovvero, condensare tutta un’estetica preformale che è cellula di ogni futura figurazione, di ogni seguente astrazione, di ogni eventuale ricomposizione informale. L’incrocio tra forma e colore genera biologie in cui i TTOZOI gestiscono l’ideazione e le regole d’ingaggio, decidendo formati, impasti e durata ma non potendo intervenire sul ciclo vitale dei miceti e sull’unicità organica del singolo quadro.
La pittura dei TTOZOI, così atomizzata nella sua biologia fungina, non poteva che integrarsi alle rovine monumentali di civiltà perdute ma ben storicizzate. Il COLOSSEO, archetipo di un’umanità che costruiva simboli ambiziosi, destinati a sfidare il tempo e il rito mortale, luogo con il peso della potenza divina e la leggerezza del dettame olistico, ha accolto l’ultima tappa di un viaggio che è già passato per la Reggia di Caserta, l’Anfiteatro di Pompei e l’Anfiteatro di Capua. Dentro l’Anfiteatro Flavio sono nate le ultime tele del progetto GENIUS LOCI, connesse al clima pluricellulare che si addensa nei suoi spazi umidi, figlie di quelle spore che hanno varcato millenni e geografie, sfidando lo spazio e il tempo che avvolge la vita sulla Terra.
Guardare assieme i quadri è come assistere agli impulsi di una tempesta radioattiva, di un processo elettrolitico, di una supernova in esplosione, di un’aurora parossistica… azioni e reazioni di una preforma che anticipa idealmente la pittura rupestre e procede oltre il tempo della fine terrestre, verso quel “prima” e “dopo” in cui la mente umana giammai arriva ma dove la pittura, linguaggio sciamanico e alchemico, giunge con il rituale “creativo” della veggenza.