WEM EDITORIAL #7 CHIARA DYNYS
Kaleidos (2020)
L’artista Chiara Dynys non smette di ingannare le percezioni degli spettatori. Fino all’8 maggio in mostra al Museo d’Arte Contemporanea MA*GA di Gallarate (VA), la serie Kaleidos (2020) in “Chiara Dynys. Melancholia”, mostra personale a cura di Alessandro Castiglioni.
“Lo specchio esprime la matrice psicoanalitica e surrealista del mio lavoro: frantumati in questa moltitudine di immagini distorte, diventiamo consapevoli del nostro desiderio di integrità”
Chiara Dynys
La serie Kaleidos (2020) è profondamente legata alla ricerca intima di Dynys sull’identità e sull’idea di rappresentazione. Inoltre, la serie incarna due elementi centrali della sua attività multidisciplinare: il rapporto con lo spazio e quello con la luce. Le sculture presentano colori brillanti e vivaci, che incarnano l’accurata ricerca cromatica alla base delle opere di Dynys: un elemento essenziale che contribuisce a catturare lo sguardo dell’osservatore.
Le sculture sono composte da specchi che si riflettono l’un l’altro, che agiscono come dispositivi ottici capaci di frammentare, alterare e disorientare la percezione della visione. L’uso dello specchio è un segno definitivo della ricerca dell’artista, ma mai utilizzato in modo tradizionale.
“Uso sempre lo specchio come un elemento che nasconde qualcosa o, comunque, che in qualche modo riflette l’ambiente in modo frantumato o nasconde una scritta. Pertanto, lo specchio non è mai qualcosa che tradizionalmente riflette la realtà per me, ma che ne tradisce la presenza”. Chiara Dynys
Questa sorta di disorientamento che emerge dal tentativo di superare un limite, una soglia, è una condizione che si riscontra in molte delle opere di Dynys. Secondo l’artista, guardarsi allo specchio non corrisponde mai a riconoscersi, ma, al contrario, costruisce narrazioni di labirinti di strane percezioni che affrontano il rapporto con l’idea di limite, mettendo in discussione se stessi.
Come sottolinea il curatore della mostra Alessandro Castiglioni: “Come molte altre opere di Dynys, gli stessi Kaleidos sono in realtà degli “oggetti-sistema”. Uso questa formula con una connotazione e un’idea precisa, cioè elementi scultorei e fisici che contengono dispositivi interni come uno specchio, che frammentano e ricompongono gli spazi, creano labirinti, stanze nelle stanze, apparizioni e inganni.”
Le immagini riflesse e frammentate moltiplicano le possibilità della visione: un invito a guardarsi, a riconoscersi, a ritrovarsi. Il rapporto con il riflesso e la luce è amplificato dall’installazione delle opere durante la mostra, disposte a formare la costellazione delle Pleiadi, una delle più luminose del cielo.
Come scrive il curatore “Dynys ci ricorda che questi riflessi sono anche pieni di capacità generative. Le figlie di Atlante e Vergiliae, le sette sorelle della mitologia greca che sorgono in primavera, sono araldi dell’abbondanza di una nuova stagione”.