WEM EDITORIAL #8 CHIARA DYNYS
Merry Liseberg Parade (2021)
La fascinazione per i contrasti e lo straniamento percettivo della realtà ritornano nella poetica di Chiara Dynys con una serie di nuove opere dal titolo Merry Liseberg Parade (2021). Esposte per la prima volta in occasione della mostra personale “Melancholia” al Museo d’ Arte Contemporanea MA*GA di Gallarate (VA), le opere nascono dal vissuto dell’artista e ci trasportano in un altrove metafisico.
“Il mio linguaggio è influenzato da un desiderio di sintesi tra l’ossessione della forma e il desiderio di raccontare storie.”
Chiara Dynys
La serie inedita Merry Liseberg Parade (2021) esprime pienamente la natura multidisciplinare delle opere di Chiara Dynys. La partecipazione dell’artista a mostre in molti musei e istituzioni culturali internazionali dedicate all’arte del XX e XXI secolo, ha posizionato il suo lavoro come riferimento per gli studi incentrati sul rapporto tra spazio e luce, sull’installazione e sui linguaggi visivi concettuali.
Un linguaggio, quello di Chiara Dynys, che si nutre di contrasti, visioni, riflessioni e inganni, che trova espressione in diverse forme e attraverso diversi media, in un continuo dialogo tra luce e spazio. Le opere propongono una soglia, un limite, una visione su un altro spazio e un altro tempo attraverso una narrazione cinematografica che inganna lo spettatore. Questa visione nasce dal bisogno viscerale dell’artista di raccontare altre dimensioni, dove percezione e realtà si incontrano – o si scontrano – generando visioni liriche di un altro immaginario.
Particolarmente influenzata dal cinema grazie a sua madre che era una critica cinematografica, l’artista trova ispirazione nel suo immaginario cinematografico, facendo riferimento a diversi grandi registi della storia del cinema, da Roberto Rossellini a Jane Campion e Lars von Trier, da Federico Fellini a Stanley Kubrick. Utilizzando le parole del curatore Alessandro Castiglioni: “Le loro immagini riverberano attraverso le forme espressive scelte da Dynys: la luce e lo spazio trasfigurano le narrazioni e le immagini in movimento che si ripresentano nel lavoro dell’artista dagli anni ’80 a oggi.”
Merry Liseberg Parade incarna perfettamente l’eco dell’immaginario cinematografico di Dynys nella sua pratica, richiamando quei fattori anomali e disorientanti che diventano un accesso alla “Melancholia”. Vivendo di contrasti, questo stato emotivo è riconducibile a tutta la sua poetica ed è una citazione speciale all’iconico film di Lars von Triar, tanto caro all’artista.
“La propensione alla malinconia ritorna in molte delle mie opere e metaforicamente si svolge nella coniugazione degli opposti. Nasce sempre da una dimensione di contraddizione tra termini, materiali e luce. Una dualità scissa tra gioia e solitudine, come è evidente in Merry Liseberg Parade”.
Chiara Dynys
Merry Liseberg Parade presenta immagini scattate dall’artista al parco divertimenti di Liseberg a Göteborg, nella parte settentrionale della Svezia, durante il periodo natalizio. Gli scatti rivelano scenari gelidi e desolati, caratterizzati da una sorta di forzata allegria.
“La contraddizione tra catastrofe e attesa. Questa per me è la bellezza metafisica di Melancholia. E nel clima nordico di Merry Liseberg questa contraddizione tra bellezza e tragedia è evidente. Nel vacuo paradosso di trovarsi in questa sorta di non-luogo, punto d’incontro delle comunità di rifugiati in Svezia, dove il delirio consumistico sembra una terra promessa, ma glaciale e vuota.”
Chiara Dynys
Questi dispositivi visivi sono il risultato di un attento e meticoloso processo che si somma all’uso di materiali molto diversi tra loro messi in relazione da Dynys secondo una peculiare alchimia di significati: l’intervento fotografico, le forme irregolari in metacrilato, la presenza delle piccole luci LED che cambiano colore si fondono in un codice espressivo singolare. L’intensità visiva della natura commerciale dei soggetti rappresentati, sottolinea la natura paradossale di questi luoghi, dove agli stereotipi del consumo si sovrappone uno strano senso di malinconia e desolazione. Chiara Dynys mette in discussione la realtà e la rievoca, tra realtà ed immaginazione, rendendo le sue opere metafore visive capaci di raccontare universi altri.
