The Algorithm Dream (2020 – ongoing) cita in maniera esplicita orologi fusi di Salvador Dalì in “La persistenza della memoria” offrendo una rilettura del Surrealismo in chiave contemporanea. C’è un legame tra il surrealismo e il capitalismo della sorveglianza. Quest’ultimo inteso come un nuovo ordine economico che rende l’esperienza umana una materia prima gratuita per pratiche commerciali nascoste di estrazione, predizione e vendita. Il capitalismo della sorveglianza si serve dell’algoritmo di ricerca con una logica parassitaria nella quale la produzione di merci è subordinata a una nuova architettura globale di trasformazione comportamentale dell’individuo e delle masse. Come sottolinea Kenneth Goldsmith, “Il web si tinge di surrealismo e utilizza i suoi metodi di deriva, disorientamento e disgiunzione come modi per aprire esperienze nuove e sconosciute”. L’algoritmo cura e organizza i nostri desideri come una forza libidica digitale, stiamo sognando i sogni di qualcun altro, di un subconscio digitale gestito da un algoritmo e per questo motivo diventiamo sempre più disorientati e indifesi. La scultura rappresenta un pound ingigantito che sciogliendosi sembra prendere una forma diversa e alterare le sembianze della regina. Questa scultura è una serie che si ripete nella stessa forma ma in diverse combinazioni di colori, come un sogno che si ripete in momenti diversi e continua a riemergere ogni notte.

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